L’atto legislativo noto come legge Mancino è stata emanata per contrastare e sanzione la discriminazione. Per saperne di più sulla sua emanazione e su cosa dice, si può continuare a leggere questa pagina.

Chi l’ha promossa e quando è stata emanata

Questa legge deve il suo nome a Nicola Mancino, politico italiano, classe 1931, che ha iniziato la sua carriera politica nella Democrazia Cristiana, dopo la laurea in legge, diventando prima segretario della provincia di Avellino e poi Presidente della Regione Campania. Divenne ministro dell’interno negli anni Novanta e durante il suo mandato al Viminale, firmò un decreto per il riordino della finanza degli enti territoriali introducendo l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) e stabilì le condizioni per il carcere duro di boss mafiosi.

Nel giugno del 1993 firmò il decreto 205, oggi note come Legge Mancino, che istituì il reato di istigazione all’odio razziale, e che ancora oggi è uno strumento contro i crimini d’odio, entrata in vigore anche grazie al contributo dell’allora deputato Enrico Modigliani. Non sono pochi, poi, che hanno criticato e criticano ancora tale legge, definendola una norma che limita la manifestazione di pensiero e quindi anche anti costituzionale.

Cosa dice la legge, le sanzioni e le modifiche

Come si può capire già leggendo il testo del suo primi articolo, questa legge prende posizione contro la discriminazione, l’odio oppure la violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Salvo che il fatto non costituisca un reato più grave, i crimini d’odio sono punibili con la reclusione da sei mesi ad un anno oppure con una multa fino a 6.000 euro, per la propaganda per le idee fondate sull’odio e la superiorità razziale e che spinge a commettere crimini per motivi di colore della pelle, religione, etnia, etc. La reclusione, poi, può durare da sei mesi a quattro anni se si incita a commettere violenza per i medesimi motivi.

Importanti, di questa legge, sono anche gli articoli due e quattro che, rispettivamente, trattano delle disposizione di prevenzione e le punizioni. Per quanto riguarda la prevenzione, nel senso che stabilisce come punire chi compie manifestazioni o indice riunioni per movimenti o gruppi che promuovono l’odio razziale, e stabilisce le diverse pene, e ciò include chi aderisce a quelli di matrice fascista, che possono subire sanzioni in denaro e con la reclusione da sei mesi a due anni.

Negli anni successivi, sono state dibattute varie modifiche di questa legge, di cui le più recenti sono stati dibattute nel 2020, in cui si voleva estendere tale legge ai reati di omo-transfobia, con la proposta portata dal deputato Alessandro Zan, del Partito Democratico, di cui prese il nome. La legge venne approvata alla Camera dei deputati 265 voti favorevoli, ma non passò l’anno seguente al Senato, che ricorse alla procedura definita “tagliola”, che non permette di procedere all’esame dei singoli articoli.

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